Il percorso si snoda lungo vecchi sentieri che dalla torbiera della Bedrina portano verso Dalpe e la Val Piumogna e conducono l’escursionista in un paesaggio plasmato dai ghiacciai e dall’erosione dei fiumi. Dopo il ritiro del ghiacciaio del Ticino avvenuto circa 17’000 anni fa, la natura ha saputo colonizzare queste rocce che si sono ricoperte di una splendida vegetazione. Pareti rocciose, boschi, gole, paludi e torbiere sono solo alcuni dei tasselli che compongono questo bellissimo paesaggio alpino.
Partenza dalla Bedrina di Dalpe, proseguire verso Piana Selva, la Val Piumogna e tornare verso il punto di partenza, passando da Boscobello. Varianti di percorso sono possibili seguendo il Percorso del Monte Piottino presso la Bedrina, percorrendo la Val Piumogna o scendendo verso Faido per ammirare la cascata della Piumogna.
Note: l’itinerario è compreso all’interno dell’Inventario federale dei paesaggi, siti e monumenti naturali d’importanza nazionale. IFP: oggetto n° 1809, Campolungo – Campo Tencia – Piumogna
Durante l’ultimo massimo glaciale il ghiacciaio del Ticino si snodava dalla Valle Bedretto fino al Lago Maggiore. La palude della Bedrina si è sviluppata in una conca glaciale. Dopo il ritiro del ghiaccio circa 17'000 anni fa, l’accumulo di materia organica in acque acide e povere di nutrienti ha permesso la formazione della torba che nei millenni ha riempito lo specchio d’acqua. Il lago si è così trasformato in un ambiente palustre molto particolare e delicato, caratterizzato dall’abbondanza di sfagni, muschi tipici delle torbiere, dove si sviluppano piante carnivore, quali la rosolida. Grazie a foglie specializzate ricoperte di gocce appiccicose, riescono a compensare la carenza di azoto catturando e digerendo insetti e altri piccoli artropodi.
La coltre di torba cresce meno di un millimetro all’anno e conserva intatta al suo interno la materia organica non decomposta, come ad esempio i grani di polline che vi si depositano. L’analisi degli strati di torba tramite carotaggi ha permesso di ricostruire la storia del ritorno della vegetazione degli ultimi 14’500 anni.
Il sentiero offre molti punti panoramici da cui si può cercare di leggere l’evoluzione del paesaggio. L’uomo ha creato pascoli, modificato i limiti del bosco, deviato fiumi e si è stabilito con una moltitudine di costruzioni che permettevano anche la transumanza alpina.
Per biotopi si intendono comparti territoriali limitati, con condizioni fisiche, chimiche e climatiche ben definite. I principali biotopi, spazi vitali per numerose specie, sono censiti e inseriti in inventari che ne delimitano il perimetro. La tutela dei biotopi avviene tramite la creazione delle aree protette, dunque attraverso l’adozione di decreti di protezione e gli strumenti della pianificazione del territorio.
La presenza umana può avere un impatto importante sulle specie e gli ambienti più sensibili. Restare sui sentieri, tenere al guinzaglio il cane, non raccogliere fiori o catturare animali, non depositare rifiuti e attenersi alle disposizioni presenti sul posto (fuochi all’aperto, campeggio, ecc.) è necessario per salvaguardare la ricchezza di questi luoghi.
Foto: Andrea Persico (AP), Ivan Sasu (IS)
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